domenica 20 marzo 2016

Occasioni di coerenza


Cari lettori, vi invito questa sera a focalizzare la vostra attenzione su quanto concerne la manifestazione nazionale che, domani, avrà il suo fulcro nella città di Messina. Inutile, forse, ribadire l’elevato valore simbolico di un simile evento, per quanto molti sembrino essere tutt’oggi maggiormente interessati a come spostare la propria auto nel centro per continuare la vita di tutti i giorni piuttosto che a fermarsi un attimo, un giorno solo su trecentosessantacinque, e onorare la memoria di chi ha perso la propria vita, o come vittima innocente di un sistema corrotto, o come antagonista dello stesso. Mi soffermo brevemente sull’importanza della manifestazione per tentare di evidenziare ulteriormente, per  chi ancora non l’avesse compreso, che non si tratta del consueto corteo idealista e talvolta inconcludente, ma di una testimonianza chiara di unione e di collaborazione nel combattere una mentalità criminale che infetta le nostre città e la nostra nazione, a partire dalle fondamenta.
Chiarito questo concetto, ci tengo però ad affrontare un argomento un po’ più spinoso, forse trattato di frequente con superficialità, ma indubbiamente essenziale per poter comprendere come ci si può porre per provare a sconfiggere la Mafia. Il fenomeno che abbiamo preso in esame, contro cui ci battiamo, non è semplicemente una catena di eventi storici e di faide, o di omicidi e organizzazioni politiche di livello medio-alto; la Mafia è, in primo luogo, la manifestazione di un atteggiamento e di una mentalità con caratteristiche ben precise, indipendentemente dal contesto: essa, diffusasi grazie ad una cultura di fondo che ha certamente origini storiche e sociali di natura complessa, radicate in determinate realtà ormai da tempo, non riguarda esclusivamente l’agire di famiglie o di assembramenti di casta, ma è frutto delle decisioni del singolo, si concretizza in azioni che riguardano la persona nel suo rapporto con la società e con se stessa. Banalmente, come qualsiasi altra attitudine, il “comportamento mafioso” va corretto già da giovani; in questo senso, è assai curata la fase della sensibilizzazione, ovvero l’identificazione della posizione della Mafia all’interno del consesso umano come negativa: corruzione, omertà, attività di contrabbando e di estorsione sono in linea generale classificate come atteggiamenti criminosi; d’altra parte, vi è una seconda fase che è responsabilità esclusiva del singolo che, purtroppo, spesso non si sviluppa in toto, e a partire da questa iniziale superficialità si genera un carattere adulto più propenso a collaborare con un sistema corrotto: mi riferisco alla coerenza. Ѐ giusto criticare il contrabbando, attorno al quale ruotano grandi quantità di denaro, ma ogni critica è vanificata di fronte al fatto che gran parte della gioventù consuma abitualmente o occasionalmente sostanze stupefacenti illegali, che siano leggere o pesanti, il cui commercio è notoriamente legato alla Mafia. Parlando di atteggiamenti, poi, non è raro vedere nelle scuole forme lievi di “corruzione”, come scambio di favori tra amici nell’ambito delle elezioni scolastiche o vere e proprie “compravendite” di voti. Questi sono solo alcuni esempi, che potrebbero apparire ridicoli o minuti di fronte ad un fenomeno così vasto e complesso, eppure ogni azione è espressione di una mentalità e di una formazione personale che, in questo caso specifico, riguarda cittadini prossimi alla maggiore età, e quindi prossimi ad esercitare un ruolo politicamente attivo. Da una superficialità di base che, in un primo momento, si scontra con realtà di raggio inferiore, si passa facilmente ad una superficialità e ad una scorrettezza ed incoerenza di grado superiore che rendono il soggetto più propenso ad accettare scorciatoie non esattamente oneste. L’avidità, la scorrettezza e la disonestà sono caratteristiche generali, che si manifestano poi in maniera differenziata nei casi specifici.
Importante è, nella lotta alla Mafia, anche l’unione, e con ciò mi ricollego all’evento di domani: è comprensibile il timore di una sola persona nel denunciare, sottoponendosi a pericoli, un sistema di vaste proporzioni, ma se si tratta di un’intera comunità, allora si può ragionevolmente credere di poter essere più forti. Con consapevolezza e coerenza, l’evento di domani dovrebbe essere un’occasione per dimostrare a chi ha e ha avuto il coraggio di intraprendere azioni concrete che non è solo in questa lotta.
Se vogliamo che il nostro stato possa essere finalmente libero da ogni forma di criminalità, dobbiamo essere disposti ad agire su diversi fronti, con coerenza e, soprattutto, nell’unità.

Anche per oggi è tutto,

Il portavoce di Blog34

Gregorio Scrima 


Nessun commento:

Posta un commento