Cari lettori, vi invito questa
sera a focalizzare la vostra attenzione su quanto concerne la manifestazione nazionale
che, domani, avrà il suo fulcro nella città di Messina. Inutile, forse,
ribadire l’elevato valore simbolico di un simile evento, per quanto molti
sembrino essere tutt’oggi maggiormente interessati a come spostare la propria
auto nel centro per continuare la vita di tutti i giorni piuttosto che a
fermarsi un attimo, un giorno solo su trecentosessantacinque, e onorare la
memoria di chi ha perso la propria vita, o come
vittima innocente di un sistema corrotto, o come antagonista dello
stesso. Mi soffermo brevemente sull’importanza della manifestazione per tentare
di evidenziare ulteriormente, per chi
ancora non l’avesse compreso, che non si tratta del consueto corteo idealista e
talvolta inconcludente, ma di una testimonianza chiara di unione e di
collaborazione nel combattere una mentalità criminale che infetta le nostre
città e la nostra nazione, a partire dalle fondamenta.
Chiarito questo concetto, ci
tengo però ad affrontare un argomento un po’ più spinoso, forse trattato di
frequente con superficialità, ma indubbiamente essenziale per poter comprendere
come ci si può porre per provare a sconfiggere la Mafia. Il fenomeno che
abbiamo preso in esame, contro cui ci battiamo, non è semplicemente una catena
di eventi storici e di faide, o di omicidi e organizzazioni politiche di
livello medio-alto; la Mafia è, in primo luogo, la manifestazione di un atteggiamento
e di una mentalità con caratteristiche ben precise, indipendentemente dal
contesto: essa, diffusasi grazie ad una cultura di fondo che ha certamente
origini storiche e sociali di natura complessa, radicate in determinate realtà
ormai da tempo, non riguarda esclusivamente l’agire di famiglie o di
assembramenti di casta, ma è frutto delle decisioni del singolo, si concretizza
in azioni che riguardano la persona nel suo rapporto con la società e con se
stessa. Banalmente, come qualsiasi altra attitudine, il “comportamento mafioso”
va corretto già da giovani; in questo senso, è assai curata la fase della
sensibilizzazione, ovvero l’identificazione della posizione della Mafia all’interno
del consesso umano come negativa: corruzione, omertà, attività di contrabbando
e di estorsione sono in linea generale classificate come atteggiamenti
criminosi; d’altra parte, vi è una seconda fase che è responsabilità esclusiva del
singolo che, purtroppo, spesso non si sviluppa in toto, e a partire da questa
iniziale superficialità si genera un carattere adulto più propenso a
collaborare con un sistema corrotto: mi riferisco alla coerenza. Ѐ giusto
criticare il contrabbando, attorno al quale ruotano grandi quantità di denaro,
ma ogni critica è vanificata di fronte al fatto che gran parte della gioventù consuma
abitualmente o occasionalmente sostanze stupefacenti illegali, che siano
leggere o pesanti, il cui commercio è notoriamente legato alla Mafia. Parlando
di atteggiamenti, poi, non è raro vedere nelle scuole forme lievi di “corruzione”,
come scambio di favori tra amici nell’ambito delle elezioni scolastiche o vere
e proprie “compravendite” di voti. Questi sono solo alcuni esempi, che
potrebbero apparire ridicoli o minuti di fronte ad un fenomeno così vasto e
complesso, eppure ogni azione è espressione di una mentalità e di una
formazione personale che, in questo caso specifico, riguarda cittadini prossimi
alla maggiore età, e quindi prossimi ad esercitare un ruolo politicamente
attivo. Da una superficialità di base che, in un primo momento, si scontra con
realtà di raggio inferiore, si passa facilmente ad una superficialità e ad una
scorrettezza ed incoerenza di grado superiore che rendono il soggetto più
propenso ad accettare scorciatoie non esattamente oneste. L’avidità, la
scorrettezza e la disonestà sono caratteristiche generali, che si manifestano
poi in maniera differenziata nei casi specifici.
Importante è, nella lotta alla
Mafia, anche l’unione, e con ciò mi ricollego all’evento di domani: è
comprensibile il timore di una sola persona nel denunciare, sottoponendosi a
pericoli, un sistema di vaste proporzioni, ma se si tratta di un’intera
comunità, allora si può ragionevolmente credere di poter essere più forti. Con
consapevolezza e coerenza, l’evento di domani dovrebbe essere un’occasione per
dimostrare a chi ha e ha avuto il coraggio di intraprendere azioni concrete che
non è solo in questa lotta.
Se vogliamo che il nostro stato
possa essere finalmente libero da ogni forma di criminalità, dobbiamo essere
disposti ad agire su diversi fronti, con coerenza e, soprattutto, nell’unità.
Anche per oggi è tutto,
Il portavoce di Blog34
Gregorio Scrima
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