martedì 22 dicembre 2015

Buon Natale da Blog34!

Buon pomeriggio a tutti!
Come ogni anno, Blog34 interrompe la pubblicazione di articoli per il periodo delle vacanze di Natale. Riprenderemo a pubblicare da lunedì 11 gennaio. La redazione augura a tutti i lettori un buon Natale ed un felice anno  nuovo, ricco di ottime notizie e di ricchi spunti di riflessione. Come alcuni di voi avranno già notato dalla veste grafica del nostro blog, realizzata grazie all'aiuto di Alessandro Triolo (redazione lafarina.news), presto alle rubriche curate dalle scuole della città si aggiungeranno quelle curate dalle scuole della provincia.
Nell'attesa di questa e di altre novità, vi diamo appuntamento a gennaio!

Gregorio Scrima
Portavoce di Blog34

venerdì 18 dicembre 2015

La Farina.news - Al di' di festa

Quest’ultima settimana prima del periodo delle festività natalizie, è stata per il liceo La Farina un’occasione per promuovere la propria offerta formativa ( compresi i laboratori e le iniziative extracurriculari ) e guidare attraverso l’istituto i ragazzi che il prossimo anno dovranno prendere l’importante decisione di frequentare la scuola superiore adatta alle loro inclinazioni. Sabato 12 Dicembre, infatti, Il La Farina ha aperto le porte alle famiglie di questi ragazzi, presentandosi al meglio grazie allo sforzo collettivo di tutte le componenti della scuola, dagli insegnanti ai ragazzi, che hanno esposto, tra le altre cose, i propri lavori artistici ( da disegni  a fotografie e tele) in una bellissima “Bacheca dell’Arte”.
L’atmosfera pre-natalizia ha reso l’atmosfera più allegra e rilassata, accompagnando gli studenti in quest’ultimo sforzo scolastico prima di un meritato riposo, che a gennaio, quando l’impegno sui libri si sostituirà a cene in famiglia e giornate di feste, avrà lasciato tutti ristorati e pronti a rimettersi a studiare.
In particolare oggi 18 dicembre, gli studenti, in accordo con gli insegnanti, hanno organizzato una festa natalizia, che, grazie al gentile pensiero di molti che hanno portato dolci di tutti i tipi e decorazioni, si è rivelata una piacevole e gioiosa conclusione di questa giornata. Una giornata che ha regalato tra l’altro, almeno ai ragazzi che hanno partecipato alla conferenza su Quasimodo e sul suo rapporto con un altro grande nome della letteratura italiana, suo contemporaneo, Elio Vittorini , inserita nel contesto della quinta edizione dellla Settimana Quasimodiana che la città di Messina organizza annualmente, interessanti suggestioni, che arricchiscono la loro conoscenza e il loro rapporto con questi due illustri siciliani che studieranno nelle antologie scolastiche  nel corso dell’anno, favoriti da questo bagaglio di spunti e aneddoti ( com’era del resto nelle intenzioni degli organizzatori), più che una lezione strutturata e introduttiva. Il relatore Sergio Palumbo, giornalista e critico letterario, autore de “ Quasimodo, Vittorini e la visione mitica della Sicilia”, ha alternato le piacevolissime letture del suo saggio, all’ascolto delle testimonianze sonore di Rosa Quasimodo, sorella del poeta e moglie di Vittorini, e di Jole Vittorini, sorella dello scrittore siracusano, nonché alla lettura recitata di alcune lettere.
Un rapporto complesso quello fra i due, che, se all’inizio era stato sereno e fruttuoso, varie ragioni personali e intellettuali avevano contribuito ad incrinare: la rottura del matrimonio fra Vittorini e Rosa Quasimodo, o la rivalità fra Quasimodo ed Eugenio Montale, rivalità sentita soprattutto dal primo, che non riteneva in alcun modo le sue opere vagamente derivative da quelle dell’autore di “Ossi di Seppia”, come invece sosteneva Vittorini, che stimava quest’ultimo superiore al cognato, cui riservò anche altre manifestazioni di rancore, ricambiate da un pressoché assoluto silenzio letterario di questo riguardo alla produzione di Vittorini, se non un commento onesto e per niente severo scritto dopo la sua morte. 
Fra torte deliziose, saluti fra compagni di scuola, e incontri culturali che riescono benissimo a conciliarsi con il “mood” spensierato e leggero di quest’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie, il La Farina chiude questa settimana di Dicembre.  

Alice Miuccio III A

giovedì 17 dicembre 2015

Informauro - La tempesta prima della calma

Come immagino tutti ben saprete, le due settimane appena trascorse hanno rappresentato un periodo molto particolare per i licei messinesi. Per quanto riguarda il Maurolico, giorno 3 Dicembre, dopo aver saputo solo dai giornali l’intenzione del Commissario dell’ex provincia Filippo Romano di trasferire 11 aule del Seguenza nei locali dell’istituto entro Natale, noi studenti abbiamo deciso di intraprendere una forma di protesta nuova, lo "stato di agitazione”: una protesta condivisa da alunni, docenti e dirigente scolastico all’insegna della cooperazione. Quest’anno, infatti, si è stabilito di non occupare i locali scolastici, poiché ci è sembrato inutile creare dei contrasti (che l’occupazione avrebbe senz’altro determinato) con il preside, i professori ed i genitori, che condividevano con noi le ragioni della nostra protesta.
Durante lo “stato d’agitazione”, durato fino al 7 Dicembre, non sono state interrotte le attività didattiche, lasciando così gli studenti liberi di scegliere se seguire regolarmente le lezioni o di partecipare ai vari laboratori proposti, come l’educazione tra pari, il cineforum, laboratori di decorazione, conferenze e dibattiti. Il 7 Dicembre, quando i rappresentanti degli studenti, il dirigente e un gruppo di docenti del Maurolico, insieme ai rappresentanti degli studenti del Seguenza, si sono recati all’ex provincia per parlare della questione “Maurolico-Seguenza” con il Commissario Romano, quest’ultimo ha deciso di voler accantonare il problema, lasciando la responsabilità al suo successore. Proprio perché il problema non si è ancora risolto, i rappresentanti del nostro liceo hanno intenzione di allestire tavoli tecnici (coordinati anche dalla Consulta Provinciale degli studenti di Messina) nei quali verranno trovate, entro Giugno, delle soluzioni che possano soddisfare sia i bisogni del Seguenza che del Maurolico.
Giorno 4 Dicembre il Maurolico ha partecipato insieme agli altri licei messinesi nel corteo contro la “politica di forza” messa in atto da alcuni presidi che hanno agito a discapito dei propri alunni, senza cercare nessun tipo di dialogo con questi ultimi. Uno dei dirigenti ad aver agito contro i propri alunni è stata la preside del La Farina, la quale ha denunciato alla DIGOS gli studenti del suo istituto, che avevano occupato i locali scolastici da due giorni, facendo disoccupare a forza la scuola. "Un dirigente che non dialoga"-dichiarano i manifestanti-"è una persona che fallisce sia come preside che come persona". La preside, da parte sua, ha risposto alle accuse mosse dai ragazzi, affermando anche nel servizio speciale trasmesso su RTP di aver agito secondo la legge.
Ormai il clima cittadino di protesta si è placato, e noi studenti siamo tornati sui banchi di scuola in attesa delle vacanze di Natale. Augurandovi il meglio per le eventuali ultime interrogazioni o compiti prima del tanto meritato periodo di riposo, vi saluto. Buon proseguimento a tutti!

sabato 5 dicembre 2015

LaFarina.News - Una scuola di denunce, di disinformazione, di repressione, di lotta, di politica


La Farina occupato: la cronaca di denunce, disinformazione, strumentalizzazione, autoritarismo, repressione; di lotta, di coscienza politica. Anche la rubrica LaFarina.News fa chiarezza a riguardo.

Parte 1 - Alla repressione, una risposta razionale e giudiziosa
Di fronte ad eventi come quelli verificatisi nella mattinata di ieri 28 novembre, il pericolo del passo falso, della reazione di pancia, che incombe sugli studenti del La Farina, che ancora oggi stringono nei pugni una frustrazione che fa presto a diventare scoraggiamento o, all’opposto, rabbia scomposta, è dietro l’angolo; Ha il volto dei loro sedici, diciassette, diciott’anni e un abito che confonde nella sua trama i facili clichè dell’immaturità, del velleitarismo, ed è sicuramente comodo, in alcuni casi legittimo, cucire addosso a ragazzi di quell’età.
Non si deve però confondere il dibattito legato alla scelta di occupare il La Farina con la decisione della dirigente scolastica di richiedere l’intervento degli agenti della Digos per sgomberare il liceo occupato e portare, alle 6.30 del mattino, i ragazzi ( poco più di una decina, vista la difficoltà per molti studenti di restare la notte a scuola ) in questura, imprimendo nella memoria di chi è stato direttamente coinvolto un ricordo estremamente spiacevole che ravviva anche a distanza di un giorno, l’indignazione e lo sgomento che hanno vissuto in quelle ore. 
Ricorrendo ad un atto che comprensibilmente è stato percepito dall’intera comunità studentesca come una risoluzione autoritaria e inappropriata di fronte ad una forma di protesta che per definizione è estrema, e ha in questo la sua essenza, la Preside dell’Istituto ha interrotto con la forza una legittima protesta, saltando le tappe del dialogo e dell’ ”ultimatum” che ci si aspettava, e sorprendendo ancor di più gli studenti con quella che appare a tutti gli effetti una strumentalizzazione ( o comunque un incomprensibile riferimento) della tragedia di Ilaria Boemi, la ragazza messinese morta quest’estate in seguito all’assunzione di ecstasy .
Dall’interno , alla luce dell’esperienza diretta del genuino entusiasmo che anima da anni il La Farina, entusiasmo mai disperso in fuochi fatui ma sempre incanalato in iniziative mosse dall’aspirazione, qualche cinico la chiamerà utopia, ad una scuola che alcuni ( non pochi) sono sicuri di come vogliono che sia, tutti di come vogliono che non sia, si riesce a sfuggire la tentazione dei luoghi comuni.
Si riconosce infatti una dedizione che, perlomeno quei ragazzi ( poco più di una decina ) che hanno passato la notte a scuola, hanno dimostrato, al di là del buonsenso, o meno, che si può trovare nella decisione di occupare il liceo, tra l’altro molto prima rispetto alle altre scuole, in un anno scolastico che agli occhi di tutti è stato decurtato di preziose ore di lezione a causa di eventi imprevedibili come l’emergenza idrica e delle numerosissime attività organizzate dall’Istituto, non tutte necessarie, anzi molte evitabili, cui gli alunni hanno dovuto prendere parte durante i moduli di regolare lezione.
Nonostante probabilmente, anzi sicuramente, non tutti gli studenti che si sono dichiarati favorevoli all’occupazione ( una netta maggioranza, contrariamente a quanto è stato detto da alcuni ) dimostrerebbero, se chiamati a rispondere, una reale consapevolezza delle minacce cui viene sottoposta la scuola con la legge 107 della “Buona Scuola” del governo Renzi, non si può liquidare con giudizi “tranchant” quella parte di studenti che si indigna di fronte all’ennesimo tentativo di smantellare quell’istituzione scolastica che dovrebbe essere democratica e fucina di cittadini liberi, perché istruiti, e portatori di un humus culturale stimolante,mai condizionato subdolamente, e preservata dalla frenesia dell’aziendalizzazione di cui si fa portatore il neoliberismo in questi anni.
Soprattutto però non ci si può esimere dall’esprimersi riguardo ad un fatto del genere, quale quello che ha avuto luogo ieri mattina, che in cinque anni non si era mai verificato, e a reagire, seppur con razionalità e giudizio.  

Alice Miuccio, III A


Parte 2 - La testimonianza: "trattati come delinquenti"


Alle 7.00 di sabato 28 novembre, il liceo La Farina è stato vergognosamente sgomberato. L’intervento della DIGOS, fortemente voluto dalla nostra preside, era stato preceduto da un’ irruzione (avvenuta alle ore 6.30 circa) da parte di soggetti ignoti che, forzando la porta della palestra, erano riusciti ad introdursi all’interno della scuola spruzzando un estintore lungo il corridoio.
Lo sgombero, avvenuto senza alcuna resistenza da parte degli occupanti, ha comportato l’identificazione di 13 ragazzi che, dopo aver raccolto i propri effetti personali, sono stati portati in questura e sono stati schedati. Tutti gli studenti risultano segnalati all’autorità giudiziaria. Siamo stati trattati come criminali della peggior specie. Siamo stati accusati di danni a noi estranei (la porta della palestra è stata infatti forzata da coloro che hanno fatto irruzione). Uno sgombero forzato e richiesto per una semplice occupazione studentesca ci appare un gesto estremamente violento nei nostri confronti. A Messina, negli ultimi anni, non era mai avvenuto.Riteniamo che un confronto e un dibattito costruttivo con gli studenti sarebbero stati molto più proficui di un intervento da parte delle Forze dell’Ordine, che ha sorpreso all’alba 13 ragazzi totalmente impreparati a una situazione del genere, di cui molti minorenni. A quell’ora era naturale trovare solo una decina di ragazzi: la scuola di notte restava occupata a turno da un piccolo presidio di studenti, vista anche l’impossibilità di molti minorenni di rimanere a dormire.

Bianca Fusco, IIIC


Parte 3 - A seguire, la reazione: opposizione, consapevolezza, compromessi, lotta politica, unità, indignazione, risposte, silenzio. 

In seguito, lunedì 30 la maggioranza degli studenti del La Farina ha manifestato il proprio dissenso nei confronti delle prese di posizioni della dirigente scolastica, allargando la protesta alla figura stessa del preside, dichiarato nemica "per ruolo", in quanto è la stessa dibattuta riforma della Buona Scuola ad accrescere il potere decisionale, manageriale ed interventistico di esso. La forma di protesta è stata quella del sit-in, convocato proprio davanti alle porte dell'istituto. Il corteo, durato quasi 5 ore con ordine e tanti interventi, ha dimostrato l'unità e la compattezza degli studenti del suddetto liceo classico ed incrementato anche da alcuni appelli di solidarietà da parte di alcuni delegati-rappresentanti del Maurolico e del Marconi-Majorana. Non sono mancate le polemiche, anzi, anche in tal caso la dirigenza scolastica, seguita da alcuni genitori, si è rivelata ostile e poco rispettosa della voce degli studenti, attaccando, anche individualmente, qualcuno tra i ragazzi più "esposti".
Ne è uscito, dunque, un gruppo studentesco fortificato, deciso, cosciente e capace di riconoscere nella vera informazione, nell'opposizione ideologica e politica e nel rifiuto di compromessi che aveva davvero concretizzato la propria indignazione. Il giorno dopo, quasi come gesto di resa, ai tanti ragazzi dell'istituto è stato permesso ancora una volta dibattere in un'assemblea autoconvocata. Da essa si sarebbero decise anche le prossime mosse da effettuare: autogestione, a rappresentare una discutibile concessione "democratica" della dirigenza, o un ritorno regolamentare ai banchi di scuola, che avrebbe comunque consistito in altre diramazioni di lotta e ad una più continua formazione di coscienza politica e critica degli studenti. Si è perciò svolto un suffragio tra tutti i partecipanti all'assemblea, che si dividevano perciò in "pro" e "contro"; il risultato, seppur con uno scarto di circa 35 voti, è stato deciso dalla maggioranza dei voti a favore dell'autogestione, riempendo d'amarezza quel clima e quell'ambiente che fino al giorno prima rifiutava ogni tipo di compromesso da parte di chi aveva adottato un comportamento repressivo e autoritario. La nota lieta giunge lo stesso pomeriggio: tante sono state le discussioni, tanti coloro che hanno chiesto un sentito perdono per aver ceduto alla tentazione di quella che sembrava stavolta a tutti gli effetti una "vacanzina", tanti coloro che hanno difeso e ribattuto la serietà della protesta e della vera opposizione. Dopo soli due giorni di regolare scuola, ecco presentarsi il corteo di venerdì 4. In seguito delle occupazioni scolastiche sventate celermente da Digos, presidi e forze dell'ordine, viene chiamata una manifestazione studentesca per venerdì. Poca partecipazione del La Farina, giustificata anche da una stanchezza col tempo più evidente e da un bisogno di ritorno alla normalità. Poca partecipazione per nulla. La manifestazione, infatti, vista in una chiave critica, ha dimostrato come la confusione ed un'eccessiva fretta interventistica, oltre ad un becero e discutibile grado di pochezza alquanto rilevante, non ha portato a nulla del nobile intento da essa inizialmente proposto. Solo tanto disordine e sterili polemiche estremamente provinciali, che hanno messo in risalto un movimento studentesco poco coeso, regresso e sostanzialmente vuoto. Ed il La Farina, con un maggior grado di "avanguardia", ne soffre inevitabilmente.

Alessandro Triolo, IIIA


OSPITI - Where Thou art - that - is Home


Fa parte dei cosiddetti luoghi comuni concernenti la vita liceale quello di definire la propria scuola come “una seconda casa” o “un’altra famiglia”, dando quasi per scontata la falsità di tali affermazioni, come se fosse cosa assolutamente improbabile la scelta di divenire attivi consumatori di un prodotto non così ovvio. Si dice anche –soprattutto tra i banchi dei licei classici- che lo studio, nella sua accezione etimologica, dovrebbe comportare una serie di patetiche (pàthos) riflessioni/azioni volte a creare brama di verità, conoscenza e sapere; ma viene spesso lasciato –da chi ormai ripete ciò come una cantilena infantile- un velato tono sarcastico secondo il quale le generazioni del ventunesimo secolo sarebbero portate, in virtù di una loro indole non ben definita, alla degenerazione piuttosto che alla costruzione.
Il fatto, però, che degli studenti vogliano concretamente prendersi cura delle loro tpolitikὰ -degli affari della piccola pliV in cui ogni giorno tentano di ricercare la loro pienezza (è questo, difatti, il significato di adulescens) - deve essere segno della vanità della retorica di chi li attacca senza conoscere le loro motivazioni.  Quando si parla di scuola, si tende a generalizzare il discorso concentrandosi su voti e medie che, prima o poi, verranno dimenticati, mentre il main point è da ricercarsi in tutto quel bagaglio culturale che un alunno medio, pur dimentico delle date dei grandi conflitti del Novecento o della formazione dell’aoristo passivo, porterà sempre con sé in ogni istante della sua vita. E simbolo della realizzazione didattica cui ogni istituto dovrebbe aspirare è già la collaborazione tra le parti costituenti di una vera Scuola: che studenti, docenti e genitori stiano combattendo per mantenere salda (anche fisicamente) la loro unità, indica che un liceo dalla validità storica e sociale quale il Maurolico è riuscito a creare menti pensanti capaci di evitare demagogiche imposizioni esterne.
Non importano i futili battibecchi causati e dalla controparte (la quale, con ragioni più o meno valide, vuole affermare la propria autorità) e da chi ha, dalla sua, un’autorità più o meno autorevole: la ragion di stato (per motivi economici) va associato a quello spirito studentesco che riesce –o meglio, è riuscito- a creare coscienza sociale, a rendere ogni alunno aristotelicamente conscio del fatto che ognuno, per assumere consapevolezza di sé come individuo, necessita di un contesto collettivo in cui realizzarsi. E non importa che forse gli Ateniesi (Thuc. V 84-114) concretizzeranno la loro spietata logica della forza, ma che i Meli, spinti dalla speranza di stare in piedi dritti insieme all’azione, preferiscano non arrendersi.
Chi ha sperimentato e sperimenta tuttora la realtà mauroliciana non può né deve lasciare incustodita la propria patria, bensì difenderla a spada tratta in tutti i modi possibili.

«Dove Tu sei- quella- è Casa                                                                             
La Schiavitù come un Gioco - sarebbe dolce -
La Prigionia - Contentezza -
E la Condanna - un Sacramento -
Se solo Noi due - c'incontrassimo -»

(E. Dickinson, J725)




Marco Riccardo, SGSS, ex Mauroliciano, dalla parte dei Mauroliciani

giovedì 3 dicembre 2015

INFORMAURO - “Il Maurolico è nostro”


In un clima cittadino che, a livello studentesco, genera confusione e tensione, a seguito dello sgombero di numerosi licei occupati, il Maurolico si inserisce con una protesta pacifica, specifica, mirata a ricevere risposte su un problema grave sulla cui soluzione non è ancora stata fatta chiarezza adeguatamente. Il trasferimento di undici classi del liceo scientifico “Seguenza” è stato programmato dalla Provincia (ora Città Metropolitana) senza interpellare gli organi di rappresentanza del nostro istituto o, per meglio dire, aggirando le numerose richieste di trasparenza da parte degli stessi. La protesta dei mauroliciani, consistente in un occupazione simbolica dell’atrio del Palazzo dei Leoni ed in un proclamato stato d’agitazione a oltranza, non esprime un’inimicizia nei confronti degli studenti del Seguenza, bensì l’indignazione di fronte ad una serie di atti inconsulti da parte degli enti, che hanno permesso al suddetto liceo scientifico di accettare l’iscrizione di un numero di studenti notevolmente superiore a quello possibile, data la capienza degli edifici a sua disposizione. La soluzione trovata, dopo anni di permanenza, tramite turnazioni, di un numero definito di classi presso la struttura dei Rogazionisti a Cristo Re, è stata quella di programmarne il trasferimento nei locali del Maurolico, con una serie di conseguenze non indifferenti: il Regio Liceo perderebbe infatti il cortile, il bar, i laboratori, e il numero di aule rimaste - anche in virtù di un previsto trasferimento di altre dodici classi da settembre 2016 – non sarebbe sufficiente a supportare un eventuale aumento delle iscrizioni.
Il Maurolico non protesta per indisponibilità nei confronti del Seguenza, né per paura di perdere il bar o il cortile; il Maurolico protesta perché, in un momento di ricrescita e di grande positività, si vede mutilato sul nascere in un processo che vuole portare a rivalutare i valori del liceo classico e ad accrescere il numero degli studenti impegnati nello studio delle materie che esso propone, processo che risentirebbe fortemente di un’azione forzata che, privando la struttura di aule, laboratori e spazi comuni, le farebbe perdere buona parte della propria identità.
Gli studenti del Maurolico non vogliono vedere la propria scuola morire, ed è per questo che, insieme alla dirigenza, ai professori e ai genitori, si stanno impegnando per far sì che, attraverso il proseguimento della protesta e tramite azioni legali mirate, la situazione si possa risolvere. Si discuterà ufficialmente del problema in un tavolo tecnico convocato per giorno sette, in cui parteciperanno sia membri della Provincia, tra cui il Commissario straordinario Romano, sia una rappresentanza del Maurolico.
Nel frattempo, si continuano ad elaborare proposte, e gli studenti diffondono la loro protesta sui social tramite l’hashtag “#ilmaurolicoènostro”
Per il momento, dal Regio Liceo è tutto.



Gregorio Scrima