domenica 14 febbraio 2016

LaFarina.News - 7: per quale condotta?

7 in condotta per gli studenti occupanti: “Come può esserci conoscenza dove c’è oppressione?”  Si ritorna a parlare del Liceo La Farina e dell’occupazione dell’istituto che, nei giorni 26 e 27 novembre 2015, ha visto protagonisti tredici ragazzi in particolare. 

Non ci siamo scordati di quel vergognoso sgombero, non ci siamo scordati i commenti maligni sul nostro conto di una cittadinanza sorda al richiamo della protesta e alle esigenze di noi studenti. Non ci siamo scordati la sensazione che si prova, a quindici sedici e diciassette anni, ad essere “prelevati” da agenti della DIGOS ed essere sbattuti in questura all’alba. Non ci siamo scordati la gogna mediatica a cui siamo stati sottoposti, e nemmeno cosa si prova ad essere trattati da reietti nella nostra stessa scuola.

Abbiamo risposto con il nostro impegno, non facendoci piegare e organizzando tante iniziative, ma oggi siamo stati di nuovo “puniti”.

7 in condotta per tutti i “fautori” dell’occupazione, i pericolosissimi sobillatori di folle! L’autorità ha compiuto la sua rappresaglia, ha pensato di punirci, di spegnerci, di zittirci con un misero voto messo nero su bianco. Ma noi non siamo numeri. 
E’ il principio: “punirne dieci per educarne cinquecento”, funziona più o meno così. E noi non ci stiamo.

A parte questa significativa e sconcertante novità, è stata una settimana piuttosto piatta nel nostro liceo. 

Dopo le vacanze di carnevale 8 e 9 febbraio), venerdì 12 gli studenti delle classi terze liceali hanno dovuto affrontare la simulazione della prima prova, con la possibilità di scegliere tra un saggio breve, un'analisi del testo e un tema di ordine generale.
Le altre simulazioni saranno giorno 1 marzo (greco) e il 15 marzo (terza prova).
Vi lascio con questo breve estratto di ''Avviso agli studenti'', di R.Vaneigem:

“L'impresa scolastica non ha forse obbedito fino ad oggi a una preoccupazione dominante: migliorare le tecniche di ammaestramento affinché l'animale sia redditizio? Nessun ragazzo supera la soglia di una scuola senza esporsi al rischio di perdersi: voglio dire di perdere questa vita esuberante, avida di conoscenze e di meraviglie, che sarebbe così esaltante nutrire, invece di sterilizzarla e farla disperare con il noioso lavoro del sapere astratto. Che terribile constatazione quegli sguardi così brillanti di colpo sbiaditi! Ecco quattro muri. Il consenso generale decide che, con ipocriti riguardi, vi saremo imprigionati, costretti, colpevolizzati, giudicati, onorati, puniti, umiliati, etichettati, manipolati, vezzeggiati, violentati, consolati, trattati come aborti che questuano aiuto e assistenza. Di che cosa vi lamentate? obbietteranno gli autori di leggi e decreti. Non è forse il modo migliore di iniziare i novellini alle regole immutabili che reggono il mondo e l'esistenza? Senza dubbio. Ma perché i giovani dovrebbero ancora accontentarsi di una società senza gioia e senza avvenire, che gli stessi adulti sopportano ormai rassegnati, con un'acrimonia e un malessere crescenti? Una scuola dove la vita si annoia insegna solo la barbarie”.

Bianca Fusco

Nessun commento:

Posta un commento