martedì 26 aprile 2016

Wikimede-In dirittura d'arrivo

Buonasera cari lettori e bentornati ad un nuovo appuntamento con il Wikimede. La scuola è quasi al culmine e l’estate che sembrava un miraggio fino a poco fa, diviene sempre meno distante. E mentre ci si appresta a svolgere le ultime verifiche, gli animi si allietano, nella speranza che quest’ultimo mese passi veloce (eccetto che per i maturandi, destati dall’incubo degli esami). Durante l’assemblea di oggi, alla quale, vorrei evidenziare, hanno preso parte circa una settantina di persone, su oltre 1300 che siamo, si sono toccati vari argomenti. Bernardo Collufio (3B) e Lorenzo Scoglio (3B) hanno discusso di uno dei punti forti della riforma della “Buona Scuola”: l’alternanza scuola-lavoro. Questo tema, come tanti altri, è uno di quelli che vengono spesso ignorati, nonostante ci riguardino direttamente. Per chi non fosse informato, questa decreto rende obbligatoria l’alternanza scuola-lavoro nelle scuole pubbliche, che consiste nel far lavorare gli studenti di istituti tecnici (400 ore annuali) e licei (200 ore annuali) in imprese o attività locali, non venendo retribuiti. E quello che potrebbe sembrare un semplice e formativo tirocinio, diventa invece lo sfruttamento di 1,5 milioni di giovani in tre anni, che tra l’altro non hanno facoltà di opporsi, dato che le valutazioni effettuate in base al lavoro svolto influiscono sul voto in condotta. L’altro argomento, introdotto dal sottoscritto, riguarda le prove INVALSI. Questi test, somministrati obbligatoriamente negli istituti pubblici dal 2012, dovrebbero essere utili a comprendere come e se i programmi inviati dal ministero vengono svolti e a misurare il livello medio delle scuole. Tuttavia, bisognerebbe fare una riflessione più accurata, andando a osservarli in tutti i vari aspetti che li riguardano. Secondo la sopracitata riforma della “Buona Scuola”, alcuni istituti verranno selezionati e premiati con fondi già stanziati, scelti attraverso criteri sconosciuti. Tuttavia, è deducibile che le prove INVALSI siano uno di questi criteri.. Ma io mi chiedo, come possono esser presi in considerazione test che non danno una valutazione oggettiva? Le INVALSI non misurano la capacità di formulare ed esprimere un pensiero critico e non guardano alle condizioni sociali ed economiche degli studenti alle quali sono somministrate. Così facendo, si alimenta la formazione di scuole di serie A e di serie B, dove, chi non può permettersi o non riesce ad eccellere, è condannato a rimanere quello che è, senza che gli siano offerte possibilità di cambiare e di crescere, poiché privo di opportunità. Se fossero unicamente mezzi utili a testare il funzionamento del sistema scolastico, sarebbero somministrati a campione, come avviene in tanti altri paesi europei e non. L’anno passato oltre il 20% dei ragazzi frequentanti il secondo anno degli istituti secondari di secondo grado hanno aderito alla protesta e al boicottaggio. Quest’anno, possiamo fare molto di più. Detto questo, non mi resta che concludere e augurarvi una buona settimana da tutta la redazione del Wikimede,
Dario Cannata

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