giovedì 21 gennaio 2016

Informauro-IL LICEO CLASSICO RENDE LIBERI.




Il mese di Gennaio sta giungendo al termine, trascinando con sè una serie di studenti che, vista la chiusura del quadrimestre, sembrano vagare per i corridoi come "erranti vecchiarelli" leopardiani.

Nonostante un po' di stanchezza, non sono mancate le energie per dare, brillantemente, il proprio contributo alla notte del Liceo Classico, avvenuta il quindici Gennaio.
Il Maurolico, infatti, ha deciso di partecipare attivamente a tale iniziativa, finalizzata a ribadire il prestigio, e l'importanza, degli studi classici,tramite una serie di conferenze, attività, e laboratori.
( qui, è possibile consultare l'avvenuto programma:

La giornata è stata particolarmente intensa, iniziando nel primo pomeriggio con un secondo Open Day, dopo il primo del 28 Novembre, per concludersi , a serata inoltrata, intorno a mezzanotte.

A prescindere dalla buona organizzazione, e da una serie di pareri positivi da parte della cittadinanza, la più grande conquista è stata sicuramente ritrovare una serie di studenti, uniti insieme ai loro docenti, volti a valorizzare la propria scuola.

Le aspre critiche nei confronti del Liceo Classico, negli ultimi tempi,sono state rivolte alla mancata preparazione professionale, di carattere esclusivamente pratico.
La matrice classica, forse, non si sposa del tutto con le esigenze odierne del mercato, ma è innegabile lo spessore culturale, così come una spiccata sensibilità artistica, e critica, che è in grado di fornire ad un giovane studente.
Frequentare il Liceo Classico si potrebbe, forse, riassumere nel significato del verbo greco σκέπτομαι, la cui primaria traduzione è osservare, ma assume anche la sfumatura della indagazione.

La traduzione di testi latini e greci, infatti, non è una semplicità attività, arida e meccanica, finalizzata ad accumulare una serie di valutazioni scolastiche, quanto il tentativo di comprendere intimamente, e decodificare, una realtà da cui, volenti o nolenti, proveniamo, e che si riflette tuttora nella nostra contemporaneità.

Se Feuerbach affermò che “der Mensch ist was er isst”, si potrebbe anche aggiungere, arditamente, che noi dobbiamo ciò che siamo, e soprattutto siamo, grazie a chi è vissuto prima di ognuno di noi, fornendoci una strada in parte spianata, conquistata grazie a spigliato coraggio intellettuale.


Il Liceo Classico non forma il lavoratore, bensì l'uomo, fornendogli la possibilità di perseguire il cammino che è stato tracciato, e che probabilmente non avrà una fine, ma con la consapevolezza di poterlo percorrerlo, e portarlo avanti, con brillante criticità.


Il più grande dono del Liceo Classico, alla fine, è proprio questo: ti rende libero.


Carol Cuzari, 5A

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